Su un blog svedese su temi economici, in questi giorni, è apparso questo commento:
- Che vi avevo detto io? Firmato: Karl Marx
In realtà, il film di queste ultime settimane è tutto un inno alle tesi del vecchio: l'alienazione, il mondo alla rovescio con gli esseri umani diventati oggetto e le cose diventate soggetto, animate.
Particolarmente dotato di vita propria, quasi un Pinocchio, è diventato il "mercato".Perché attenti, le parole sono sempre molto importanti.
Per descrivere quello che sta avvenendo in questi giorni, si usa una terminologia da clinica di malattie nervose, oppure climatica.
Il mercato, questo animaletto timido e dalle antenne retrattili, è innervosito, è ansioso, ha angoscia, non si calma, reagisce, reagisce nervosamente, reagisce emozionalmente.
E allora succede che c' è la tempesta, il temporale, l'annuvolarsi sul mercato.
Non ho mai visto i soldi, biglietti o monete, muovere le zampine per andare dove vogliono: per ogni operazione di vendita, compra, ritiro, deposito, c´`e un cervello umano, una mano umana dietro.
Mi piacerebbe tanto che invece di parlare, genericamente, di mercato, si nominassero chiaramente, e distinguendoli, i vari operatori che hanno causato questa crisi: Quali società finanziarie, qualo speculatori, a quale scopo?
E la piramide del capitalismo, sempre più inumana, globale ora, con alla base della piramide i produttori, sempre più sfruttati, che danno sempre più plusvalore, anche grazie ai progressi della tecnologia (i cosiddetti paesi in via di sviluppo) e su su le classi operaie europee, nordamericane, le borghesie nazionali fino a chi comanda tutto: quei 20 che scatenano e controllano le crisi di sovrapproduzione. Perché il problema ora è che la sovrapproduzione si è tanto accresciuta che perfino la base della piramide è obbligata a consumare di più.
La stampa, poi, ci sguazza. E´da due settimane che, almeno qui in Svezia, dà consigli ai risparmiatori ed ai piccoli azionisti, a quelli che hanno grossi mutui: Fare cosí, non fare colà, aspettare, agire.
Dopo che sono riusciti a terrorizzarli tutti, ora dicono che è importante mantenere la calma, che la crisi non è poi cosí drammatica, almeno non in Svezia. Bisogna sperare che "il mercato si calmi", che "riacquisti fiducia".
Antonella Dolci- Stoccolma
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